Come guardare il conflitto da un’altra prospettiva

Nell’immaginario collettivo di noi tutti il conflitto viene quasi sempre visto in modo negativo e spiacevole.

Alla parola conflitto associamo quella di battaglia, armi, grida e brutte parole. Pensieri comuni che ci invitano quasi ad evitare qualsiasi forma di confronto, per poter godere serenamente delle nostre relazioni.

Occorre però trasformare la propria visione negativa del conflitto in una visione più positiva, fatta di opportunità. L’opportunità di comprendersi meglio, ad esempio.

Per fare ciò è utile partire dal presupposto che i conflitti non fanno male, nonostante possano toccare in noi tasti dolenti. Nonostante quelle vicende che ci hanno portato spesso a confondere l’esperienza del conflitto con quella della violenza.

Ed è proprio questo il primo step, il primo passo da fare, ovvero rompere l’equazione mentale “conflitto=violenza.”

Mentre la violenza, infatti, è un’azione, violenta e pericolosa, il conflitto invece indica uno scontro, che avviene quando si incontrano due pensieri o due emozioni differenti. In tutto questo la violenza può essere la trasformazione distruttiva di un conflitto. 

Se avete paura del conflitto sappiate che queste situazioni possono essere molto positive, quasi liberatorie. Possono rappresentare un buon punto di partenza per ascoltarsi e conoscere le reciproche differenze.

Risolvere gli scontri può davvero essere terapeutico poiché influisce in modo efficace sull’identità, l’autostima, sulle relazioni e i contesti sociali in cui ci si muove quotidianamente.

Il litigio “buono”

Una volta acquisita questa nuova e “alternativa” visione del conflitto, non resta che viverlo appieno. Ciò darà la possibilità di imparare che i conflitti hanno un inizio, ma anche una fine e fanno parte della vita delle relazioni.

Al contrario, se li eviterete, sempre e comunque, non farete altro che alimentare un’idea spaventosa di esso, come accade con tutte le cose che non conosciamo ed evitiamo.

Un suggerimento molto utile a tal proposito è quello di non rifiutare il conflitto e non tenere dentro i pensieri o dubbi. Non abbiate paura ad entrare nel conflitto. Anzi abbiatene quando il conflitto non c’è. Quando è tutto piatto.

Imparate a litigare, dunque, ma a litigare “bene”, perché non solo è possibile, ma è necessario.

Spunti per un sano conflitto

Esplicitate il conflitto

Ogni volta che in una relazione, che sia di amicizia, familiare o sentimentale, si manifesta un disagio, fermatevi e manifestate il vostro dissenso.

Confrontatevi con l’altro ed esponete le vostre idee, quello che vi tormenta. Iniziate spiegando il vostro punto di vista, senza però accusare l’altro. Senza giudicare, con frasi del tipo: “Ciò che mi risulta difficile accettare/comprendere è…”.  Poi però chiedete anche all’altro di fare lo stesso.

Ascoltate l’altro

Il secondo passo è proprio quello di ascoltare con attenzione, profondamente, le ragioni e i valori dell’altro.

È proibito interrompere, poiché chi interrompe sta ascoltando solo se stesso. Meglio parlare da soli, a questo punto.

Individuate strategie sulla base di interessi comuni

Una volta esplicitato il malessere da entrambi le parti, provate a cercare insieme delle soluzioni creative, che possano permettervi di proseguire la vostra relazione, in maniera soddisfacente. Magari attraverso un compromesso o con un regalo all’altro.

L’importante è che entrambi siano soddisfatti.

Perché che ci crediate o no, il conflitto così affrontato, alla fine vi lascia sempre un senso di pienezza impagabile.

Diversamente, uno dei due rischia di rimanere sconfitto e si finisce per preparare il terreno per la vendetta successiva.

E se le soluzioni non si trovano, perché magari i punti di vista sono troppo incompatibili?

Prendetene atto e fate le vostre scelte consapevoli, tenendo bene in mente che tale incompatibilità c’era anche prima di esplicitare il conflitto e che non dicendo nulla avreste solo represso i vostri bisogni, i quali prima o poi avrebbero innescato inevitabilmente desideri di violenza.


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