“Il Disturbo ossessivo-compulsivo non assomiglia affatto allo stereotipo che vediamo nei film, dove questa malattia è invariabilmente associata a un tizio con una collezione di CD molto ben organizzata e un cassetto della biancheria perfettamente in ordine. Tantissime persone, là fuori, si fanno torturare dai loro stessi pensieri, hanno paura di chiedere aiuto e non riescono a parlarne, neppure con i propri familiari.”
James Lloyd. Intervista a James Lloyd, 2017 BBC Scienze

 

 

Avete mai sentito parlare di Disturbo ossessivo-compulsivo? Probabilmente si: oggi infatti risulta essere molto diffuso.

Pensate che molti film si sono focalizzati su di esso!

Come mai tutta questa attenzione? Probabilmente perché ci siamo resi conto della sua pericolosità.

Una una storia presente su Vanity Fair racconta la vita di una giovane donna che soffre di tale disturbo ed ella stessa a tal proposito ha affermato: “ho seguito la malattia, che mi ha portato quasi al suicidio.”

Ebbene sì, tale disturbo è davvero così subdolo da dominare totalmente l’individuo.

Disturbo ossessivo-compulsivo: cos’è?

Il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo psichiatrico caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni.

E’ stato osservato che questo disturbo è associato ad un inadeguato funzionamento cerebrale (Rasgon et al, 2017).

Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini mentali che vengono percepite come sgradevoli o intrusive dalla persona che li sperimenta.

Il contenuto delle ossessioni può variare da soggetto a soggetto: alcuni temi ricorrenti riguardano impulsi aggressivi verso altre persone oppure il timore di essere contaminati. Esse non sono volute dalla persona, sono involontarie e producono emozioni di paura, disgusto o senso di colpa, senza poter avere il minimo controllo.

Ed è proprio ciò che distingue le ossessioni da altre tipologie di pensiero intrusivo, come per esempio la ruminazione: le ossessioni sono totalmente incontrollabili per il soggetto.

Le compulsioni, invece, sono le risposte messe in atto dal soggetto per “rispondere” a tali pensieri intrusivi: tali azioni sono dei veri e propri rituali che, nella mente dell’individuo, hanno la funzione di neutralizzare le ossessioni. Attraverso le compulsioni la persona riesce a ridurre, temporaneamente, la sgradevole sensazione che potrebbe accadere qualcosa di brutto ma, col tempo, questi diventano solo dei rituali molto rigidi. Spesso sono eccessive e bizzarre agli occhi degli osservatori.

Ovviamente le compulsioni non riescono davvero a ridurre le ossessioni, infatti queste ultime si ripetono nel tempo e possono addirittura aumentare. Dunque col tempo, diventano debilitanti per il soggetto, il quale tenderà ad evitare qualsiasi situazione che potrebbe a sua volta innescare ossessioni e compulsioni.

Ecco perché è davvero un disturbo pericoloso questo: può determinare l’annullamento della persona.

Storia del Disturbo ossessivo-compulsivo e diffusione

Il Disturbo ossessivo-compulsivo è di recente teorizzazione, anche se ovviamente è un disturbo da sempre presente.

Nel DSM-IV era inserito nella categoria dei disturbi d’ansia, nel DSM-5 è stato invece eliminato da tale categoria per essere inserito in un nuovo capitolo, insieme ad altri disturbi ad esso correlati, come il disturbo da accumulo patologico, il disturbo da escoriazione della pelle, il disturbo da dismorfismo corporeo e la tricotillomania (disturbo di tirare e strappare compulsivamente i capelli).

Come detto prima, sicuramente tale disturbo crea ansia e malessere nel soggetto ma sicuramente non è questo il fulcro della questione.

Tutto ciò che caratterizza il disturbo ossessivo compulsivo riguarda, essenzialmente, le ossessioni e, nella maggior parte dei casi, le compulsioni correlate anche se ci sono casi in cui sono presenti o soltanto le compulsioni o soltanto le ossessioni.

E’ stato dimostrato, infatti, che almeno l’80% dei pazienti ossessivi ha ossessioni e compulsioni, mentre meno del 20% ha solo ossessioni o solo compulsioni. Tale disturbo colpisce dal 2% al 3% delle persone nell’arco della vita, indipendentemente dal sesso: esso può esordire nell’infanzia, nell’adolescenza o nella prima età adulta.

Si è osservato inoltre, che in molti casi, i primi sintomi si manifestano molto precocemente, prima dei 25 anni: infatti il 15% dei soggetti ricorda un esordio intorno ai 10 anni.

In Italia si contano 800.000 individui che sviluppano il disturbo, cifre molto significative per un disturbo così poco conosciuto, per quanto diffuso.

Ossessioni e compulsioni più diffuse

Come detto anche prima, le ossessioni e le conseguenti compulsioni possono essere di diversa natura. Alcune ossessioni sembrano essere, però, più comuni, poiché colpiscono mediamente più persone: vediamole insieme.

Disturbo ossessivo-compulsivo da Contaminazione

I soggetti che soffrono di tale ossessione temono esageratamente lo sporco, i germi e tutte le sostanze che potrebbero determinare una contaminazione, reale o irreale.

Manifestazione

Il soggetto che soffre di tale ossessione, vive un vero e proprio timore di venire a contatto con sostanze “contaminanti” che sono sicuramente lo sporco oggettivo, ma anche sostanze del tutto naturali come le urine, le feci, il sangue e le siringhe, la carne cruda, le persone malate, i genitali, il sudore, e persino i saponi, i solventi e i detersivi che contengono sostanze chimiche potenzialmente “dannose” per la salute.

Inoltre questo soggetto teme di contrarre l’AIDS o altre patologie gravi o che qualcuno che ama possa morire dopo essere venuto a contatto con oggetti contaminati.

In questo caso, quindi, le compulsioni messe in atto saranno:

  • l’evitamento di tutti gli oggetti, i luoghi, gli animali e le persone considerate minacciose per la salute;
  • la protezione attraverso guanti o fazzoletti per evitare che i germi vengano a contatto direttamente con la pelle;
  • l’igiene costante, ovvero il ripetere molte volte al giorno e a lungo l’azione di lavarsi le mani.

Le persone con tale disturbo spendono gran parte del loro tempo in comportamenti di questo tipo. Inoltre, per accertarsi di non essere contaminati, possono sottoporsi spesso e senza reale necessità a test medici come il test per l’Aids o altre malattie.

Disturbo ossessivo-compulsivo da controllo

I soggetti che soffrono di tale ossessione hanno una vera e propria tendenza al controllo eccessivo di ogni qualsiasi azione volti a prevenire o a riparare disgrazie o una situazione negativa.

Manifestazione

Il soggetto che soffre di tale ossessione, vive in uno stato continuo di allerta e di tensione: tutto ciò nasce dal dubbio che potrebbe riguardare situazioni della quotidianità, ma anche eventi spiacevoli.

Ecco che il soggetto arriva a tormentarsi e tende a controllare e ricontrollare ogni sua azione per essere sicuro di aver fatto il possibile per prevenire qualunque possibile catastrofe, ma anche per tranquillizzarsi riguardo al dubbio ossessivo di aver fatto qualcosa di male.

In tale categoria rientrano diverse ossessioni come quella di aver chiuso il gas, la porta di casa, il garage, le portiere della macchina. Oppure di non aver perso cose personali lasciandole cadere o di non aver investito involontariamente qualcuno con la macchina.

Disturbo ossessivo-compulsivo da ordine e simmetria

I soggetti che soffrono di tale ossessione non tollerano assolutamente che gli oggetti siano posti in modo anche minimamente disordinato o asimmetrico: se è presente del disordine, vivono una sgradevole sensazione di mancanza di armonia e di logicità.

Manifestazione

Il soggetto che soffre di tale disturbo vive in una costante angoscia perché vorrebbe controllare tutto ciò che gli sta intorno per far sì che ogni oggetto sia collocato nel posto giusto, secondo una logica ben precisa.

Questo determina la messa in atto di determinate compulsioni come la sistemazione degli oggetti in perfetto ordine, l’evitamento di una particolare zona oppure di una camera, perché contiene forme non perfettamente simmetriche.

Ma anche il riordinare compulsivamente i giochi dei bambini nonostante siano stati appena sistemati a dovere, tenere sempre la scrivania perfettamente pulita.

Queste ossessioni di ordine interessano anche il soggetto nella sua individualità: per esempio costui potrebbe sentire il bisogno di avere i capelli sempre in ordine, sistemandoseli compulsivamente.

Disturbo ossessivo-compulsivo omosessuale

I soggetti che soffrono di tale ossessione sono tormentati da ricorrenti ossessioni sessuali e dubbi intrusivi sul proprio orientamento sessuale. Sicuramente domande e dubbi sulla propria sessualità sono normali e tipici, soprattutto nella fase adolescenziale e della prima giovinezza.

In uno studio del 1998 pubblicato sul Journal of Sex Research è stato infatti osservato che, in un gruppo di 171 studenti universitari, l’84% aveva sviluppato l’insorgenza di pensieri intrusivi sessuali (Byers, et al., 1998).

 È possibile riscontrare questo sintomo anche nei bambini: per esempio, in uno studio condotto da Swedo, et al., nel 1989, è stato rilevato che circa il 4% dei bambini affetti da disturbo ossessivo-compulsivo presentavano ossessioni con contenuti sessuali proibiti aggressivi o perversi.

Manifestazioni

Chi soffre di tale variante del disturbo ossessivo-compulsivo, molte volte è eterosessuale, ma ha delle ossessioni rispetto al proprio orientamento sessuale con grande timore.

Le ossessioni consistono in pensieri indesiderati, impulsi o immagini sessuali che, senza nessun controllo, affiorano alla coscienza.

Prima dell’inizio del disturbo, si può aver qualche normale dubbio sul proprio orientamento sessuale, ma senza nessuna forma di ossessione.

Molte persone affette da tale disturbo possono avere una storia di soddisfacenti relazioni eterosessuali nel passato, nonché avere anche al momento una relazione eterosessuale in corso. Ma è proprio l’insorgenza di tali pensieri indesiderati che determina il dubbio e la messa in discussione della propria identità sessuale, molte volte rianalizzando le esperienze precedenti, alla luce della possibilità di poter essere gay o lesbiche.

Alcuni soggetti quando si trovano in compagnia o nelle vicinanze di persone dello stesso sesso, possono arrivare a controllare il proprio corpo in cerca di segni di eccitamento sessuale. Altri arrivano invece a temere che il contatto con uomini gay, lesbiche, bisessuali possa essere “contagioso” o possa “attivare” la loro omosessualità latente.

In tal caso ci potrebbe essere la messa in atto delle relative compulsioni, ovvero l’evitamento del contatto di gay e lesbiche o di quei luoghi frequentati da omosessuali e tutto ciò che li riguarda.

Disturbo ossessivo-compulsivo religioso

I soggetti che soffrono di tale disturbo vivono una profonda paura di peccare, di commettere blasfemie o di non essere abbastanza bravi come persone.

Tale disturbo si verifica molto frequentemente, più di quanto la gente pensi, anche se la maggior parte delle volte viene mal diagnosticato.

Manifestazione

Il soggetto che soffre di tale disturbo è ossessionato dalla preoccupazione di avere pensieri “cattivi” o “impuri”, ha un eccessivo timore di non finire in paradiso o di essere giudicato male da Dio a causa di ciò che fanno.

Il soggetto potrebbe avere un alto senso di moralità, di giustizia e potrebbe risultare sempre intento ed intenzionato a fare la cosa giusta.

Costui potrebbe inoltre avere difficoltà nel prendere decisioni perché non sa se le sue azioni dipendono dalla sua volontà o dalla volontà di Dio.

Quando questi soggetti vivono una relazione di coppia infelice, possono scegliere di non cambiarla pensando che forse è questo il volere di Dio.

Le compulsioni di tale ossessioni riguardano l’impegno sfrenato in attività religiose come pregare o leggere le scritture in modo compulsivo oppure recitare lo stesso verso moltissime volte o andare a messa tutti i giorni e persino costringersi a leggere la Bibbia per almeno un’ora al giorno.

Disturbo ossessivo-compulsivo legato a impulsi violenti

I soggetti che soffrono di tale disturbo vivono l’intensa paura di poter far del male ad altre persone, spesso care, o addirittura di ucciderle.

In alcuni casi, tali ossessioni potrebbero essere dirette alla propria persona, ad esempio quando si hanno pensieri indesiderati, intrusivi e ricorrenti di ferire o uccidere se stessi: in questo caso si parla di ossessioni suicidarie.

Manifestazioni

Il soggetto potrebbe essere tormentato da tali ossessioni, che spesso riguardano atti violenti come omicidi. Si immagina dunque di pugnalare o di colpire qualcuno, il proprio partner o il proprio figlio oppure di sparare a qualcuno per strada. Oppure si pensa a dei veri e propri atti criminali come furti, incendi dolosi, rapine in banca.

Molte volte tali ossessioni generano immagini mentali cruente di sangue, ferite e morte.

Tutto ciò non può che determinare delle compulsioni, come il chiedere conferma ad altre persone di non aver fatto niente di male o il controllare costantemente le varie notizie, per essere certi che nessun crimine violento si sia verificato nelle vicinanze. O ancora tornare nei posti recentemente visitati per assicurarsi che non vi sia accaduto nulla di brutto.

Inoltre possono essere messi in atto comportamenti di evitamento di ogni situazione o di ogni fattore che possa indurre tali comportamenti, come l’evitare di cucinare per altri per paura di avvelenarli oppure evitare il contatto fisico con altri, evitare di prendersi cura dei bambini.

Disturbo ossessivo-compulsivo da ossessioni pure

Il soggetto che soffre di tale disturbo è tormentato da ossessioni che in realtà appaiono illogiche e senza senso. Quello che caratterizza tale forma del disturbo è la mancanza di compulsioni reali.

Manifestazioni

Il soggetto è tormentato da pensieri o, più spesso, immagini relative a scene in cui si mettono in atto comportamenti indesiderati e inaccettabili: tali comportamenti sono privi di senso, pericolosi o socialmente sconvenienti.

Tra questi ritroviamo l’aggredire qualcuno, l’avere rapporti omosessuali o pedofilici, tradire il partner, bestemmiare, compiere azioni blasfeme oppure offendere persone care.

In questo caso mancano sia i rituali mentali che le compulsioni, ma sono presenti soltanto pensieri ossessivi.

In ogni caso l’individuo cerca di mettere in atto strategie per tranquillizzarsi come ripensare al passato per assicurarsi di non aver fatto determinate cose oppure sforzarsi di contrastare pensieri e impulsi sgraditi.

Disturbo ossessivo-compulsivo da relazione

I soggetti che soffrono di tale disturbo presentano sintomi ed ossessioni centrate sull’ambito delle relazioni intime che possono riguardare, nello specifico, la relazione col partner o proprio il partner stesso.

Manifestazione

Il soggetto che soffre di tale disturbo è angosciato da dubbi ossessivi e preoccupazioni riguardo le proprie relazioni sentimentali.

Tali ossessioni possono incentrarsi su domande tipo: “è la persona giusta per me?”, oppure su immagini del partner o possono anche assumere la forma di impulsi, come quello di lasciare il partner.

A ciò seguono determinate compulsioni come il monitoraggio continuo dei propri sentimenti e dei pensieri verso il partner e la relazione, il ricorso a feedback esterni per valutarli, rifacendosi per esempio alla quantità di tempo spesa con lui rispetto a quella passata con altri.

Tra le altre compulsioni abbiamo la ricerca di rassicurazioni e di auto-rassicurazione, vari confronti tra le caratteristiche e i comportamenti del proprio partner e quelli di altri potenziali partner, l’evitamento delle situazioni che possono determinare l’insorgenza delle ossessioni, come l’evitare di uscire con coppie di amici considerate perfette.

Trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo

Cerchiamo di capire come trattare tali disturbi ora.

Il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo religioso è un processo molto delicato, per esempio, poiché si deve dover rispettare innanzitutto la religione del soggetto. Ovviamente si deve allentare la rigidità interna che il soggetto vive.

Molto utile a tal proposito è aiutare il soggetto a trovare i propri valori, ampliando i suoi orizzonti, facendo sì che egli arrivi a crearsi una sua opinione sulle cose. Molto efficace è la Mindfulness, poiché aiuta la persona a prendere le distanze dal giudizio duro verso se stessi e il mondo per liberarsi dai suoi sensi di colpa.

Per quanto riguarda il trattamento del disturbo compulsivo da relazione, invece, un modello proposto da Doron, Derby, Szepsenwol nel 2014 include la psico-educazione, ma soprattutto l’identificazione e la messa in discussione degli schemi di pensiero e delle percezioni di sé disfunzionali, oltre che delle paure e difese legate all’attaccamento.

Bisogna dunque lavorare per far comprendere al soggetto il modello concettuale del Disturbo Ossessivo Compulsivo da Relazione e come i sintomi di tale disturbo possano avere impatto sulle decisioni e sul comportamento all’interno della relazione e, quindi, nei confronti del partner. Vanno inoltre esplorate la paura dell’abbandono e il legame tra il valore attribuito a sé e la relazione con il partner, al fine di promuovere altre fonti di autostima.

Molto efficace è anche una terapia che coinvolga anche il partner, soprattutto per promuovere la risoluzione dei conflitti attraverso lo sviluppo di capacità comunicative.

Per quanto riguarda il trattamento delle restanti varianti del disturbo ossessivo-compulsivo, molto efficace e ampiamente utilizzata è la Terapia Cognitivo-comportamentale.

Tale terapia ha come fine ultimo l’alleviare lo stato di ansia che il soggetto vive a causa delle ossessioni e delle compulsioni.

Questo avviene attraverso:

  • L’esposizione e prevenzione della risposta: il soggetto viene esposto allo stimolo ansiogeno, in modo costante, perché si ritiene che queste sensazioni tendono a diminuire e a scomparire con un lungo contatto con lo stimolo stesso.

Tale tecnica è inoltre accompagnata dalla quella di prevenzione della risposta: vengono sospesi o rimandati le abituali compulsioni che, solitamente, seguono l’ossessione.

  • Terapia cognitiva: mira alla modificazione dei processi di pensiero automatici e disfunzionali e si lavora sull’eccessivo senso di responsabilità, sull’eccessiva importanza attribuita ai pensieri, sulla sovrastima della possibilità di controllare i propri pensieri e sulla sovrastima della pericolosità dell’ansia.

Suggerimenti per affrontare il disturbo ossessivo-compulsivo

Una volta mostrate le caratteristiche del disturbo ossessivo-compulsivo e mostrate le tipologie fondamentali, sicuramente vi starete chiedendo se c’è qualcosa che, nel nostro piccolo, possiamo fare per tenere a bada tali ossessioni e compulsioni.

Ecco qualche strategia utile.

Scrivi ciò che ti succede

Molte volte, la scrittura può essere un utile alleato per capire ciò che ci succede.

Se state vivendo dubbi rispetto a ciò che vivete o state avendo dei pensieri che vi tormentano come: “ho fatto del male del qualcuno?” oppure fate dei gesti inconsapevolmente, come controllare compulsivamente se avete chiuso il gas, prendete carta e penna e scrivete.

 Fate una “lista” di ciò che vi accade, dei pensieri che fate e delle domande che vi ponete, seguite dalle risposte.

Tutto ciò vi aiuterà a far chiarezza!

Affronta ciò che vuoi evitare

Chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo, mette in atto diversi rituali che molte volte portano il soggetto ad evitare tutte le situazioni che potrebbero innescare le compulsioni. Sicuramente l’evitamento vi dà una sensazione di immediato sollievo, ma ciò non vi fa star davvero bene, anzi contribuisce ad alimentare il problema.

Non evitate ciò che potreste temere. perché ciò potrebbe aumentare soltanto la vostra ansia e la vostra ossessione.

Molto utile, invece, potrebbe essere aumentare a dismisura la vostra ansia per neutralizzarla!

Provate degli approcci naturali: fate una buona dieta, tanto sport e abbiate cura del vostro benessere mentale, oltre che fisico.

Ritagliatevi per esempio del tempo per voi e per ciò che amate fare.

E’ terapeutico!

Riferimenti

  • Abramowitz, J. S., McKay, D., & Storch, E. (2017). The Wiley Handbook of Obsessive Compulsive Disorders. Wiley-Blackwell
  • Albert, U., Barbaro F.,Aguglia A.,Maina G., Bogetto F.,(2012). “L’integrazione dei trattamenti nel disturbo ossessivo-compulsivo:conoscenze attuali e prospettive future”. Rivista di psichiatria, 2012, 47, 4 265.
  • Alonso, P., Menchon, J.M., Pifarre, J., Mataix-Cols, D., Torres, L., Salgado, P.,& Vallejo. J.(2001).
  • American Psychiatric Association (1994). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, Fourth Edition. Washington D.C.: American Psychiatric Association. Trad. ital.: DSM-IV
  • American Psychiatric Association (2000). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, Fourth Edition, Text Revision. Washington DC: American Psychiatric Association. Trad. ital.: DSM-IV-TR Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Text Revision. Milano: Masson, 2001.
  • Baer, L., & Minichiello, W.E. (1990). Behavior therapy for obsessive-compulsive disorder with concomitant bipolar affective disorder. American Journal of Psychiatry, 142, 358-360.
  • Ball, S.G., Baer, L., & Otto, M.W. (1996). Symptom subtypes of obsessive-compulsive disorder in behavioural treatment studies. A quantitative review. Behavior Research and Therapy, 34, 47- 51.
  • Boulougouris, J.C. (1977). Variables affecting the behaviour modification of obsessive-compulsive patients treated by flooding. In J.C. Boulougouris, & A.D. Rabavilas (Eds), The treatment of phobic and obsessive-compulsive disorders. Oxford: Pergamon Press.
  • Buchanan, A.W., Meng, K.S., & Marks, I.M. (1996).What predicts improvement and compliance during the behavioral treatment of obsessive compulsive disorder?. Anxiety, 2, 22-27.
  • Carr, A.T. (1974). Compulsive neurosis: A review of the literature. Psychological Bulletin, 81, 311– 318.
  • Castle, D.J, Deale, A., Marks, I.M., Cutts, F., Chadhoury, Y., & Stewart, A. (1994). Obsessive-compulsive disorder: Prediction of outcome from behavioural therapy. Acta Psychiatrica Scandinavica, 89, 393-398.
  • Dèttore, D. (2003). Il disturbo ossessivo-compulsivo Seconda edizione. Milano: McGraw-Hill Libri Italia.
  • Dèttore, D. (2002). Il disturbo ossessivo-compulsivo. Caratteristiche cliniche e tecniche di intervento. Milano: McGraw Hill
  • Diagnostic and Statistical Manual of MentalDisorder, 3rd Edition, Revised. Washington DC: American Psychiatric Association. Trad. ital.: DSM-III-R Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. 3° edizione, riveduta. Milano: Masson, 1988.
  • Doron, G., Derby, D., & Szepsenwol, O. (2014). Relationship obsessive-compulsive disorder (ROCD): A conceptual framework. Journal of Obsessive-Compulsive and Related Disorders, 3, 169-180.
  • Foa, E.B., & Goldstein, A. (1978). Continuous exposure and strict response prevention in the treatment of obsessive-compulsive neurosis. Behavior Therapy, 17, 169-176.
  • Foa, E.B, Steketee, G.S., Grayson, J.B., & Doppelt, H.G. (1983). Treatment of obsessive-compulsives: When do we fail? In E.B. Foa, & P.M.G. Emmelkamp (Eds), Failures in behavior therapy. New York: Wiley.
  • Franceschina, E., Sanavio, E., & Sica, C. (2004). I disturbi d’ansia. In A. Galeazzi., & P. Meazzini, Mente e Comportamento ( pp. 213-269). Firenze/Milano: Giunti EditoreGehring, W.J., Himle, J. & Nisenson, L.G. (2000). Action-monitoring dysfunction in obsessive-compulsive disorder. Psychological Science, 11, 1-6.
  • Goodman, W.K., Price, L.H., Rassmussen, S.A., Mazure, C., Delgado, P., Heninger, G.R., & Charney, D.S. (1989a). The Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-Bocs): Part I. Development, use, and reliability. Archives of General Psychiatry, 46, 1006-1011.
  • Goodman, W.K., Price, L.H., Rassmussen, S.A., Mazure, C., Delgado, P., Heninger, G.R.,
  • Charney, D.S. (1989b). The Yale-Brown Obsessive-Compulsive Scale (Y-Bocs): Part II. Validity. Archives of General Psychiatry, 46, 1012-1016.
  • Hogson, R., & Rachman, S. (1972). The effect of contamination and washing in obsessional patients. Behaviour Research and Therapy, 10, 111-117.
  • Hollander, E., Kwon, J.H., Stein, D., Broatch, J., Rowland, C.T., & Himelein, C.A. (1996). Obsessive-Compulsive and spectrum disorders: overview and quality of life issues. Journal of Clinical Psychiatry, 57 (suppl.8), 3-6.
  • Jenike, M.A., Baer, L., & Minichiello, W.E. (1990). Clomipramine versus fluoxetine in obsessive compulsive disorders: A retrospective comparison of side effects and efficacy. Journal of Clinical Psychopharmachology, 10, 122-124.
  • Johannes, S., Wieringa, B.M., Nager, W., Rada, D., Dengler, R., Emrich, H.M., Munte, T.F., & Dietrich, D.E. (2001). Discrepant target detection and action monitoring in obsessive-compulsive disorder. Psychiatry Research, 108, 101-110.
  • Leckman, J.F., Grice, D.E., Boardman, J., et al. (1997).Symptoms of obsessive-compulsive disorder. Am J Psychiatry, 154, 911-917.
  • Lombardo R.M., (2013). “Il disturbo Ossessivo Compulsivo”. 16:10 Psychiatry on line Italia.
  • Long-term follow-up and predictors of clinical outcome in obsessive-compulsive patients treated with serotonin reuptake inhibitors and behavioral therapy. J Clin Psychiatry, 62(7), 535-540. American Psychiatric Association (1987).
  • Mancini F. (a cura di) (2016). La mente ossessiva. Curare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Milano: Raffaello Cortina Editore
  • Mannino G , Guerini R .(2018).“Un processo che può illuminare la cosiddetta “paura di sé” nel disturbo ossessivo-compulsivo: l’identificazione retrospettiva di motivazioni e inclinazioni”. Psichiat: 2018 Mar-Apr; 53 (2): 100-103. doi: 10.1708 / 2891.29159.
  • Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Milano: Masson, 1996.
  • Melli, G. (2018). Vincere le ossessioni. Capire e affrontare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Trento: Centro Studi Erickson.American
  • Nardone G., Oltre i limiti della paura, superare rapidamente le fobie, le ossessioni e il panico, Bur, Bergamo, 2007
  • Psychiatric Association (2000). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, Fourth Edition, Text Revision. Washington DC: American Psychiatric Association. Trad. ital.: DSM-IV-TR Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali. Text Revision. Milano: Masson, 2001.
  • Rachman, S., & Hogson, R. (1980). Obsession and compulsion. Englewood Cliffs, NJ: Prentice-Hall.
  • Rachman, S.J. (1993). Obsession, responsibility and guilt. Behaviour Research and Therapy, 31, 149-154.
  • Rachman, S. J., (1997). A cognitive theory of obsession. Behaviour Research and Therapy, 35, 379-391.
  • Rasgon A, Lee WH, Leibu E, Laird A, Glahn D, Goodman W, Frangou S., (2017). Neural correlates of affective and non-affective cognition in obsessive compulsive disorder: A meta-analysis of functional imaging studies. Oct;46:25-32. doi: 10.1016/j.eurpsy.2017.08.001. Epub 2017 Sep 1.
  • Ravizza, L., Bogetto, F. & Maina, G. (1997). Il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Milano: Masson.
    Röper, G.. & Rachman, S. (1976). Obsessional-compulsive checking: experimental replication and development. Behav Res Ther, 14, 25-32.
  • Rovetto, F. (1992). Elementi di psicofarmacologia per psicologi. Milano: Franco Angeli Editore.
  • Salkovskis, P.M. (1989). Obsessions and compulsions. In J. Scott., & A. Beck, Cognitive Therapy in Clinical Practice. London: Routledge.
  • Salkovskis, P.M., & Kirk, J. (1997). Obsessive-compulsive disorder. In D.M. Clark, & C.G.
  • Fairburn (Eds), Cognitive Behaviour Therapy: Science and Practice. New York: Oxford University Press.
  • Salkovskis, P.M., & Westbrook, D. (1989). Behaviour therapy and obsessional ruminations: can failure be turned into success? Behaviour Research and Therapy, 35, 211-219.
  • Schwartz, J.M. (1996). Brain Lock. New York: ReganBooks. Trad.it.: Il cervello bloccato. Milano: Longanesi e C., 1997.
  • Skoog, G., & Skoog, I.(1999). A 40-year follow-up of patients with obsessive-compulsive disorder. Arch Gen Psychiatry, 56, 121-127.
  • Steketee, G.S., Eisen, J., Dyck, I.,Warshaw, M., & Rasmussen, S. (1999). Predictors of course in obsessive-compulsive disorder. Psychiatry Research, 89, 229-238.
  • Steketee, G.S (1993). Treatment of Obsessive Compulsive Disorder. London: The Guiford Press.
  • Steketee, G.S, & Cleere, L. (1990). Obsessive-compulsive disorder. In A.S. Bellack, M. Hersen, &
  • E.A. Kazdin, International handbook of behavior modification and therapy. New York: Plenum Press.
  • Venturello, S., Albert, U., Maina, G., Bogetto,F., & Ravizza, L. (2001). Time stability of obsessive-compulsive symptoms in a sample of patients with OCD. Trad.it.: La stabilità temporale dei sintomi ossessivo-compulsivi in un campione di pazienti con DOC. Dipartimento di Neuroscienze, Sezione di Psichiatria, Università di Torino.
  • Zoli, S. (2017). Disturbo ossessivo-compulsivo: verso cure personalizzate. Fondazione Umberto Veronesi Magazine Neuroscienze, pubblicato il 12-04-2017,aggiornato il 23-03-2018